Per cominciare in bellezza, da una pagina bianca, forse serve un po' di delusione, di amarezza. Qualcosa che ti brucia dentro. Iniziare da una pagina bianca, avevo deciso di farlo quest'estate, anche se avevo desiderato mantenere lo sfondo della pagina di quel colore gialloblù che sento, dopotutto, mio. Era una sfida con me stesso. Sono capace di affermarmi ripartendo da zero? E forse ho peccato, dando per scontato di esserne capace, o che fosse una passeggiata, una bazzecola. Nonostante il periodo non fosse dei migliori e la mia vita languisse in uno stato di immobilità che mi fiaccava non poco, delle mezze soddisfazioni ero anche riuscito a levarmele. E pian piano sono entrato sempre più a contatto con la mia nuova famiglia (pian piano sto cominciando a considerarla tale) e, purtroppo, a sentirmi sempre più lontano dall'altra. Forse è giusto così d'altronde. Comunque ho trovato nuovi compagni, nuovi amici, nuova gente a cui stringersi: prima di una partita, ogni volta che la partita, o la vita, ci costringe a ripartire da zero.
Zero, zero vittorie, suonava il nostro 2009. E un po' ultimo in classifica mi son sentito anch'io, nella mia vita. Privo di spunto, di passione, di fiducia nei miei mezzi. E' brutto sentirsi una persona "peggiore" di prima. Alle volte è solo un periodo di stanca, alle volte sono situazioni che noi diamo per scontato di saper gestire, e non è vero un cazzo. Son sempre stato sicuro di essere una persona buona, mentre ora mi sto trovando a fare i conti con tutti i miei difetti. Servono, d'altronde, anche le vangate in testa per riaprire gli occhi e non sedersi sugli allori.
Ieri iniziava il 2010. Un anno che ho deciso di iniziare da una pagina bianca. Buttandomi a capofitto nelle cose che credo di voler fare. E i frutti, dopotutto, hanno subito iniziato a piovere: un articolo da 18000 battute di cui sono fiero, un colloquio con un giornale importante, più serenità e fiducia in me stesso, nuove idee e nuove iniziative. E poi, una nuova stagione da affrontare. Un obbiettivo: tornare a essere il giocatore che credo di essere, mantenere, a meno di grossi imprevisti, il 100% delle presenze, riprendermi la maglia numero 6 che ho vestito a inizio stagione. E, ovviamente, vincere la mia prima partita con la nuova squadra, ça va sans dire...
Domenica: Seregno - Biancorossi Milano. Vecchie conoscenze, la seconda squadra dell'ASR, contro cui ho disputato la mia prima partita da titolare in campionato. Vecchie conoscenze, un seconda linea dei Diavoli Rossi, un derby che in qualche modo si ripete. Parto in panca. La partita è emozionante, Teo e Friuli, i nostri centri, ci danno quella marcia in più, ma i Biancorossi non ci lasciano decollare, restano con le fauci attaccate ai nostri garretti e, nel secondo tempo, si riportano pure in vantaggio. La squadra sembra stanca, io spero sia il mio momento, entrare, ridare un po' di carica, fare la mia parte. L'allenatore si gira. Guarda le riserve, guarda il campo. Lo vedo dai suoi occhi che non se la sente di fare cambi, che ha paura a spostare equilibri. E infatti non entrerò. La partita è ormai finita e capitano Teo, dai nostri 22, decide che no, non può andare a finire così, non possiamo perdere di due punti. E, non si sa bene da dove, tira fuori una cavalcata di 70 metri e va a schiacciare la meta della vittoria.
Mentre tutti festeggiano e cantano, io non mi sento un vincente. Forse è un po' egoistico, ma dopotutto non è con l'allenatore, o i miei compagni, che ce l'ho. E' con me stesso. Lei mi conforta, al telefono, faraway, so close, e io sfogo qualche lacrima. Poi, è doccia e terzo tempo. I miei compagni si rendono conto del muso lungo, mi fanno chiaccherare, sfogare un po', mi canzonano ("ti imbalsamiamo in panchina, si vede che porti sfiga!"). Fuser mi offre una birra, e Vecchio un whiskey (Old Turkey). E poi Betta ed Eros mi fanno cantare: Safe European Home, I Fought The Law, Sunnyside of the Street, The Gauntlet. E torno a sorridere. In compagnia di alcuni di loro ho iniziato il nuovo anno, la mia pagina bianca. E ora sono lì, assieme a me, mi tiran su, mi fan ridere, mi fan stare meglio, mi fan sentire che per loro sono importante. E comincio a esser felice anch'io della vittoria. E ho voglia di esserci, settimana prossima, e di essere in campo per ottenerne un'altra, di fare esplodere quello che mi sento dentro. Got a fuckin' wolf inside me, time to unleash it!
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La canzone che ho scelto per iniziare questo nuovo blog è perfetta per la situazione, credo: cala il silenzio, come una nuova pagina bianca da riempire, prima di esplodere, all'improvviso, in tutta la sua energia e potenza! Direttamente da Berlino i Beatsteaks, con Let Me In...
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