Monday 1 March 2010

Just sorry, mate...


A volte mi sembra di essere una brutta persona. Inadeguata, pigra, noncurante, cagacazzo, che chiede molto e non da nulla. Il guaio è che io ero convinto, anzi, convintissimo di essere una bella persona: uno che sapeva ascoltare, che avrebbe sempre avuto una buona parola per ognuno, che sarebbe riuscito a stare vicino ai suoi amici costi quel che costi. Ho cenato con alcune persone che facevan parte del mio mondo: Fede e Paolino, i miei ex-capitani, Dervo e Bruno, i miei ex-allenatori, Albertone, un vecchio compagno di squadra, e Vale, una ragazza della femminile con all'attivo una convocazione con la nazionale, che sta assieme a una persona con cui avevo un bel rapporto. Anzi, qualcosa di più, visto che noi due, e un'altra persona che ho citato in un altro intervento, ci sentivamo i tre fratelli tra i fratelli, brothers among brothers. Fratelli al quadrato. Sempre pronti a incoraggiarci l'un l'altro, sempre ultimi a tirar tardi in sede, indivisibili, affiatati.

Poi venne una situazione personale che squassò diversi equilibri, e poi il crollo di identità di una squadra, che ci catapultò lontani. Tre maglie diverse, non più la stessa. E parole non dette, e comportamenti incuranti, e parole dette senza pensare. Il grande gelo. Parlando di quanto successo, è venuto fuori che alla fine il santarellino Billie un po' si è comportato, senza nemmeno accorgersi, da stronzo. Tornando in macchina da Tradate (quanto tempo che non faccio più quella strada regolarmente) ci ho rimuginato su parecchio, sentendomi uno schifo d'uomo. Potrei nascondermi dietro a mille cose, dicendo che io stavo cercando di mettere equilibrio in una situazione difficile, o criticando comunque la reazione esagerata. Non sarebbe giusto. Mi sento una merda, e vorrei solo chiedere scusa. Per i chiarimenti su questo o quell'altro avvenimento, ci sarà, forse, tempo più avanti. So solo che ora capisco il raffreddamento di certi rapporti, e solo ora mi rendo conto che ho una responsabilità di gran lunga maggiore a quella che ho mai avuto il coraggio di ammettere.

Per quello, voglio solo chiedere scusa. Scusa per essermi comportato con noncuranza, senza nemmeno accorgermi che stavo ferendo una persona e che stavo inavvertitamente ponendo una graduatoria di valore a due amicizie. Scusa per essere stato così duro, per aver criticato senza prima rendermi conto della mia parte di torto, per non aver saputo perdonare certi comportamenti. Per essermi lasciato andare di fronte a una situazione di difficoltà per la nostra amicizia. Per non aver fatto nulla, per aver permesso al gelo di prendere piede. Per essermi arrogato la presunzione di giudicare, quando ero in fallo. Because I deserted you, my brother in arms.

***

Non poteva che essere questa la canzone di questo post, per l'ovvio rimando al nome della persona con cui mi voglio scusare. Get Down Moses di Joe Strummer & the Mescaleros, dal disco Streetcore. Dovevamo conquistare le Mura di Gerico, amico mio, e solo ora la verità si sta cristallizzando, come un gioiello nella roccia (We gotta take the Walls of Jericoh, goin' to the very top, where the truth crystallizes like jewels in the rock)


2 comments:

Silvia said...

Anche se il post non è per me mi permetto di intromettermi per chiederti scusa. Scusa se spesso ti faccio sentire come ti sei descritto all'inizio dell'intervento; scusa se ti incolpo di non esserci, di non fare nulla, quando invece sono io presa da molte cose, troppe forse, che non capisco che il tuo silenzio è un modo per non essere invadente; scusa se spesso ti incolpo di non essere capace di motivarmi, di spingermi quando io per prima non lo faccio. E sappi che se c'è qualcuno cagacazzi, che chiede molto e non da nulla beh quella sono io: non potrai mai togliermi il trono :-P

Zio Muggs said...

Non far passare altro tempo. Hai una bella scusa, sincera e profonda, per organizzare una cena con loro. Tra amici. Anzi tra 'brothers among brothers';)