There comes a point in every race, it could be the fifth mile, could be the twenty-fifth, but eventually you're gonna hit what runners like to call "the wall", and when you do, you won't be able to breathe, or to think, or even move. All you're going to want to do is give up.
Lui è un tipo normale. Un po' testa di cazzo, perchè i film britannici ovviamente devono farci affezionare a delle amabili teste di cazzo. E poi perchè Simon Pegg non sarebbe credibile altrimenti. A proposito, io adoro Simon Pegg, andatevi a vedere Hot Fuzz, Shaun of the Dead, Big Nothing e per Dio, scaricatevi entrambe le serie di Spaced, sono geniali (o almeno la puntata 1x04 intitolato Battles per vedere la migliore parodia di un film di guerra che si sia mai vista)! E già che stiamo parlando filmicamente, David Schwimmer, che compare anche in Big Nothing (e mi fermo qui, perchè se comincio con i collegamenti tra l'attore che è apparso qui o là, non la finiamo. Però c'è David Walliams di Little Britain che fa una comparsa, ed è comparso anche in una puntata di Spaced, per dirne una. Mentre Dylan Moran, che fa l'amicone del protagonista, era anche in Shaun of the Dead. E David Schwimmer ha diretto alcuni episodi della serie Little Britain USA. E se continuiamo con i fili arriviamo a I Love Radio Rock, The IT Crowd, Father Ted, e mi fermo qui sul serio), dicevo, David Schimmer - noto ai più come Ross di Friends, è il regista, e ha un cameo verso la fine.
Dicevamo di Dennis Doyle, il tipo normale, testa di cazzo, pieno di difetti. Lascia la promessa moglie incinta sull'altare, e abbandona ogni cosa che abbia mai cominciato ("Come on, you've never finished anything in your entire life, Dennis" - "Aw, no, you...that's not..." - "You can't even finish a sentence!" - "Oh, don't...don't...you're just being, you know...what's the word?"). Poi, punto nell'orgoglio e desideroso di riguadagnare il rispetto e l'amore di lei e del figlio, si mette a correre per partecipare a una maratona benefica (indossando la maglietta della National Erectile Dysfunction Awareness). Per dimostrare a se stesso di non essere un perdente, un codardo, un rinunciatario. A quitter, come si dice in inglese.
Mi ci sono trovato. Ci sono tante cose in cui devo riguadagnare il rispetto di me stesso, la voglia di crederci, la spinta ad essere all'altezza delle situazioni. E poi oggi, vedendo la Como Nuoto, la squadra di pallanuoto che seguo per lavoro, pareggiare a cinque secondi dalla fine, dimostrando carattere e nervi, ho ragionato su quello che a me piace dello sport. Perchè le mie partite preferite sono quelle giocate punto a punto, con magari poche azioni strabilianti, ma tanta tensione? Con magari poche mete, ma tanta pressione? Perchè lo sport è battere, prima di tutto, se stessi. E qui non si può dare spettacolo, è e sempre sarà guerra di trincea, un finale ai rigori, una guerra di nervi tra Toldo e gli olandesi, un vantaggio di due punti mantenuto fino alla fine con i denti, un pareggio fortemente voluto e raggiunto con il tempo che scivola via, una tripla di Terrence Rencher a due secondi dalla fine, una meta liberatoria dopo tanti centimetri sudati e dopo esser stati respinti tante volte. Forza di nervi, forza di carattere, forza su se stessi. Il catalogo del pugile diceva: La costanza nella preparazione atletica ti garantisce la vittoria più importante, quella su te stesso, ma penso valga anche oltre alla boxe. Costanza: ecco quello che mi è mancato. E preparazione. Quello che ti fa sentire confidente, adeguato, all'altezza della situazione. D'altronde uno dei motti che preferisco è Fail to prepare, prepare to fail.
Sono stati giorni piuttosto snervanti, come sa chi ha saputo starmi vicino e ha sopportato i miei sbalzi di umore. Forse quello che mi snerva tanto è che...essere una bella persona fino a un po' di tempo fa mi pareva non mi costasse nessuna fatica, mentre ora mi sembra tante volte uno sforzo oltre le mie capacità, e che la pigrizia tante volte abbia la meglio su di me. Un po' la sensazione è quella di aver corso fino al muro, e ora ci vuole tutta la determinazione di cui sono capace per rimettermi in piedi a correre. Ci vuole lavoro che non da i suoi risultati in un giorno, ci vuole la voglia di vedere una persona cambiata e cresciuta allo specchio, ci vuole la voglia di dimostrare qualcosa e di non arrendersi di fronte alle difficoltà (come mi sono sentito lui nella scena in cui si impone di svegliarsi alle sei di mattina e quando si alza sono già le otto). Ci vuole anche la capacità di correre: "Go on then, run!" - "Isn't there some kind of...like...special technique?" - "Well, yeah...you put one leg in front of the other over and over again really really fast!". E soprattutto, ci vuole un grasso indiano con una spatola a fare da assistant coach. Run, fat boy, fuckin' run!
"You don't think I'm gonna finish, do you?"
"No, I don't."
"Why not?"
"'cause it's really hard, Dennis, and it requires a couple of things that, forgive me, but you don't seem to possess..."
"I happen to have a nice pair of running shoes, now thank you very much!"
***
Tra le canzoni della colonna sonora del consigliatissimo Run, Fatboy, Run! (consigliatissimo come tutti gli altri film e serie televisive che contengano o siano lontanamente correlate a Simon Pegg) c'è anche una delle canzoni dei Kaiser Chiefs che preferisco, Everyday I Love You Less And Less. Ci sta, in questo periodo, un po' perchè sto lavorando sodo a uno speciale sulla Coppa del Mondo, e il gruppo prende il nome dai Kaizer Chiefs, la squadra di calcio di Soweto, la township di Johannesburg, e un po' perchè il titolo esprime bene il sentimento di insoddisfazione verso se stessi che sto affrontando. Dedicata a tutti coloro che corrono per sensibilizzare la gente verso la disfunzione erettile.
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